San Giuseppe: uomo "Giusto"
giovedì 3 marzo 2011
Pubblicato da il Tuo Volto io cerco alle 07:00:00Più si conosce San Giuseppe e più si è portati ad amarlo. Meditiamone la vita e le virtù. Il Vangelo spesso ha delle frasi sintetiche che, studiate a fondo, sono dei poemi. Volendo, ad esempio, S. Luca tramandare la storia di Gesù dai dodici ai trenta anni, dice semplicemente: “Cresceva in sapienza, in età ed in grazia dinnanzi a Dio ed agli uomini. (Luca: ll-Vll).
ll Vangelo dice poco della Madonna, ma in quel poco risplende tutta la grandezza della Madre di Dio.
— Ave, piena di grazia! II Signore e con Te — (Luca: I-28) — Da questo momento tutte le generazioni mi chiameranno Beata! (Luca l—48). San Matteo dice di San Giuseppe una parola che rivela tutta la sua bellezza e la sua perfezione. Lo chiama “uomo giusto” ». Nel linguaggio della Sacra Scrittura “Giusto” significa: ornato di tutte le virtù, grandemente perfetto, Santo. San Giuseppe non poteva non essere virtuossimo, dovendo convivere con la Regina degli Angeli e trattare intimamente con il Figlio di Dio. Destinato sin dall’eternità ad una missione eccezionale, ebbe da Dio tutti i doni e le virtù inerenti al suo stato.
ll Sommo Pontefice Leone Xlll afferma che, come la Madre di Dio eccelle su tutti per la sua altissima dignità, cosi nessuno meglio di San Giuseppe si avvicinò alla eccellenza della Madonna. Dice la Sacra Scrittura “La via dei giusti e simile alla luce del sole, che comincia a risplendere e poi si avanza e cresce sino al giorno perfetto. (Prov. lV—‘l8). Quest’immagine conviene a San Giuseppe, gigante della santità, modello sublime di perfezione e di giustizia. Non si può affermare quale virtù sia stata più eminente in San Giuseppe, poichè in questo astro luminoso tutti i raggi brillano con la stessa intensità. Come in un concerto tutte le voci si fondono in un delizioso “assieme”, cosi nella fisionomia del gran Patriarca tutte le virtù si fondono in un “assieme” di bellezza spirituale. Tale bellezza di virtù si addice a colui, col quale l’Eterno Padre volle condividere il privilegio della sua Paternità.
Per meditare
A Torino c’e la “ Piccola Casa della Provvidenza”, ove al presente sono raccolti circa diecimila sofferenti, ciechi, sordomuti, paralitici, minorati... Essi sono mantenuti gratuitamente. Non ci sono fondi, né registri di contabilità. Ogni giorno si dispensano circa trenta quintali di pane. E poi... quante spese! Da più di cent’anni mai è mancato il necessario ai ricoverati. Nel 1917 ci fu in Italia la penuria del pane, essendo un periodo critico di guerra. Scarseggiava il pane anche tra i benestanti e fra i militari ma nella “Piccola Casa della Provvidenza” ogni giorno entravano i carri carichi di pane.
La “Gazzetta del Popolo” di Torino, commentò: Da dove venivano quei carri? Chi li mandava? Nessuno, neppure i conducenti, hanno mai potuto conoscere e rivelare il nome del donatore. Nei momenti difficili, davanti ad impegni gravissimi, quando pareva che ai ricoverati dovesse mancare il necessario, si presentava alla “Piccola Casa” un signore sconosciuto, che lasciava quanto abbisognava e poi scompariva, senza lasciare tracce di sé. Nessuno ha mai saputo chi fosse questo signore. Ecco il segreto della Provvidenza nella “Piccola Casa”; il fondatore di questa opera e stato “ll Santo Cottolengo”. Questi portava il nome di Giuseppe; sin dal principio costituì San Giuseppe Procuratore Generale della “Piccola Casa” affinché puntualmente provvedesse ai ricoverati, come in terra provvedeva il necessario alla Sacra Famiglia; e San Giuseppe ha continuato e continua a fare il suo ufficio di Procuratore Generale.
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