Io sarò con te

mercoledì 23 marzo 2011

Molte volte, già al mattino dopo che i nostri occhi si sono aperti sul nuovo giorno e magari dopo aver recitato anche le preghiere, sentiamo già i legacci del mondo che ci stringono, il respiro comincia a mancare e l’ansia ci assale e cambia il nostro umore facendo sì che il nostro umore prenda quella impronta per tutta la giornata. Perché,? Cosa succede? Si fa presto a capirlo e così immancabilmente tornano a farci visita i nostri carichi psicologici sui diversi adempimenti che ciascuno di noi deve affrontare, quelle situazioni con cui comunque dobbiamo fare i conti e che ci tolgono subito quella pace, quella speranza di confidare e continuare sempre a rimettere tutto in Gesù. Spese inaspettate da affrontare, quadrature di bilanci famigliari sempre più ridotti all’osso in cui il solo dato certo è che ciò di cui si dispone materialmente, intendiamo a livello economico, non è mai sufficiente a gestire le incombenze del vivere quotidiano, quel vivere non certo fatto di agiatezza o di lusso ma quella soglia minima per cui non sentirsi soffocati, morire. Figli che giustamente hanno le loro esigenze, i loro target per essere a passo con gli amici coetanei nel vestire, nell’essere nel sociale, e intuire come già da allora cominciano a dar spazio a realtà solo apparenti, all’adorazione già prematuramente di falsi idoli che portano alla vita senza senso e senza valori. Ma anche per noi genitori è difficile rimanere al gioco senza gravi turbamenti, restare in quella speranza certa per cui niente ci debba distogliere dalla pace, in quell’atteggiamento che un buon cristiano dovrebbe comunque avere nel confidare unicamente nel Signore che da secondo le nostre necessità. Quant’è difficile, quant’è faticoso, ed ecco che in queste occasioni possiamo comprendere la straordinarietà dei santi, delle persone ricolme di fede, quella fede a cui tutti dovremmo aggrapparci quando le cose non vanno come vorremmo noi. Qui può venirci in aiuto Santa Teresa della Croce, suora carmelitana,  in cui prendendo spunto da uno stralcio dei suoi scritti possiamo intuire che alla fine non è poi tanto difficile aspirare a quell’abbandono totale nel Signore e nel lasciarGli gestire le nostre incombenze. Chissà, sicuramente tra queste righe possiamo  scorgere qualche utile insegnamento……

Di fronte a una salita da fare, con la prospettiva di levatacce per evitare il caldo del giorno e di stanchezze varie, può venire la tentazione del dire: Ma chi me lo fa fare? Sto tanto bene qui, tra le mie comodità. Vado, non so quel che trovo.. poi a metà strada mi pento e da solo non posso tornare via... Chissà perché l'uomo di fronte agli orizzonti splendidi del trovare cose nuove si circonda di tutti i fantasmi possibili e immaginabili del pericolo, del rischio, del perdere... tra le mille voci contrastanti un solo mormorio può placare le ansie dell'imprevedibile: è il sussurrare divino, appena percepibile: Io sarò con te. Non temere, scricciolo. Vivi l'avventura della vita senza lasciarti portar via il meglio dall'angoscia di non avere tutto sotto controllo. Affidati: Io sarò con te. Andare con Dio non è un ansiolitico nel senso di medicina rassicurante in quanto ti dice cosa ti avverrà, come, quando (secondo il nostro desiderio di conoscere il futuro quasi arrivasse già pronto per noi e noi dovessimo solo consumarlo...). L'unica rassicurazione è che non sei solo, e soprattutto che stando con Lui non dovrai più pensare tu a tutto, perché Egli ha cura di te. Essere accuditi, coccolati, teneramente amati: chi non sogna una persona che colmi questo bisogno abissale di affetto? Anche i tipi più burberi nascondono un cuore che attende il contatto morbido dell'amore, l'essere avvolti da un abbraccio vitale di comprensione e di vicinanza. Il Signore, l'unico che abita le distese sconfinate dello spirito umano, in ogni dove e in ogni come, Lui è questo bisogno colmato. E quando dentro si avverte questa nenia di amore che libera ed espande le energie più nascoste dell'essere, i passi in salita diventano colpi d'ala. Dice Giovanni della Croce: quando ti trovi immerso in una difficoltà, l'unico modo per uscirne è volare via da quella fanghiglia che ti tiene imprigionato. Ed è vero, perché se resti lì non vedi, e non puoi risolvere, sei travolto da ciò che stai vivendo. Porsi in alto: non è difficile per chi ha al proprio fianco il Dio vivente! con questa buona compagnia i passi sono più leggeri e la vetta sembra meno lontana. È un buon montanaro il nostro Viandante... da quando ha lasciato il cielo per vestire i nostri panni tutte le montagne sono diventate come pianure, perché il lanciarsi del Verbo di Dio in terra, mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo corso (Sap 18,14), come effetto di forza propulsiva ci ha spinto in alto, alle falde del cielo, sulle cime dei monti, i più alti che uomo possa scalare, i monti della divinità per essere il "di fronte" del Padre.
                                     (Sr Teresa della Croce, carmelitana)

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