Cristo presenza reale in mezzo a noi

venerdì 23 settembre 2011


Oggi, 43° anniversario della morte di Padre Pio, tutti ricordiamo la santità di questo fraticello e della maniera in cui ha vissuto la chiamata e la vocazione sacerdotale tant’è che ha anche vissuto l’incarnazione di Cristo stesso portando sul suo corpo la sofferenza di Cristo che gli ha fatto dono delle sofferenze della croce.  Tante cose ci sarebbero da dire e raccontare della sua vita ma la cosa che mi colpisce e che merita attenzione è un suo racconto su un fatto realmente accaduto che ci riporta al nostro modo di considerare Cristo presente nel Santo Tabernacolo. Quasi tutti ogni qualvolta entriamo in chiesa ci preoccupiamo di prostrarci, di baciare e porre la nostra attenzione esclusivamente alle statue ivi presenti (santi e/o della Vergine) trascurando in maniera totalitaria la presenza del vero padrone di casa, dell’Altissimo Onnipotente, del Re dei Re, presente in carne, sangue anima e divinità al quale gli stessi santi raffigurati nelle nostre statue, nella gloria divina adorano la presenza reale di Gesù Cristo. Quindi che ben venga la venerazione delle nostre statue ma unicamente ad imitazione ed ammirazione delle virtù e di quella che è stata la vita del santo e poter arrivare anche noi mortali ad uno stile di vita santo da portarci un giorno alla certezza di poter contemplare il Volto santo di Cristo Gesù. Il nostro sguardo quindi deve essere unicamente per il tabernacolo presenza viva e certa di Cristo Gesù.
Ecco uno spunto del racconto di Padre Pio su cui poter meditare e cambiare le nostre abitudini pagane. Buona lettura.

Quest'altro episodio venne raccontato da Padre Pio a Padre Anastasio. "Una sera, mentre, solo, ero in coro a pregare, sentii il fruscio di un abito e vidi un giovane frate trafficare all'altare maggiore, come se spolverasse i candelabri e sistemasse i portafiori. Convinto che a riordinare l'altare fosse fra Leone, poiché era l'ora della cena, mi accosto alla balaustra e gli dico: "Fra Leone, vai a cenare, non è tempo di spolverare e aggiustare l'altare". Ma una voce, che non era quella di Fra Leone mi risponde": "Non sono fra Leone", "e chi sei?", chiedo io. "Sono un vostro confratello che qui fece il noviziato. L'ubbidienza mi dette l'incarico di tenere pulito e ordinato l'altare maggiore durante l'anno di prova. Purtroppo più volte mancai di rispetto a Gesù sacramentato passando davanti all'altare senza riverire il Santissimo conservato nel tabernacolo. Per questa grave mancanza, sono ancora in Purgatorio. Ora il Signore, nella sua infinita bontà, mi manda da voi perché siate voi a stabilire fino a quando dovrò soffrire in quelle fiamme di amore. Mi raccomando..." - " Io credendo di essere generoso verso quell'anima sofferente, esclamai: "vi starai fino a domattina alla Messa conventuale". Quell'anima urlò: "Crudele! Poi cacciò un grido e spari". Quel grido lamento mi produsse una ferita al cuore che ho sentito e sentirò tutta la vita. Io che per delega divina avrei potuto mandare quell'anima immediatamente in Paradiso, la condannai a rimanere un'altra notte nelle fiamme del Purgatorio".

Adorazione

giovedì 15 settembre 2011

in costruzione

Lettera di un prete diventato barbone


“ …esco dalla mia baracca mendicante. Sono io, il prete accattone, di cui ti ha parlato suor Teresa, uno di quelli che raccolgono i cartoni e mangiano i rifiuti dei ristoranti. Oggi è giornata di sole e mi sento in vena di scriverti. Sopra la mia testa, sull’autostrada, passano le auto per Ventimiglia. Mi piace starmene al sole di novembre per intiepidirmi le ossa. Sì, mi va di scriverti, anche se ti farò del male'.



NON PUNTARE MAI IL DITO

Per quanto discutibile, una scelta del genere, per le motivazioni che l’hanno determinata fa senza dubbio riflettere. E che ciò sia avvenuto lo dimostrano tra l’altro due reazioni di suore, di cui una di clausura.
La tentazione di “puntare il dito” contro gli altri, soprattutto quando i loro comportamenti e le loro scelte non coincidono con i nostri criteri, è sempre in agguato in ognuno di noi. Il più delle volte ciò avviene senza conoscere le persone, le loro esperienze, spesso dolorose, e le motivazioni che le hanno spinte a fare certe scelte per quanto anormale. Ma se si ha la pazienza di ascoltare, ci si accorge che al di là di tutto c’è sempre una persona con i suoi problemi, le sue sofferenze e incomprensioni: allora, anziché puntare il dito, in atteggiamento di accusa, per non dire di condanna, sarebbe meglio riconoscere che nessuno ha il diritto di farlo, poiché nessuno è senza colpa, come dice Gesù nel Vangelo, e quindi autorizzato a scagliare per primo la pietra.
Per illustrare meglio il senso di queste affermazioni, riportiamo qui la lettera di un prete che ha scelto di vivere come “barbone”, e le reazioni a questa lettera di due religiose, di cui una claustrale.


DA BARBONE TRA I BARBONI   

Ecco  anzitutto la lettera del prete barbone.
“ …esco dalla mia baracca mendicante. Sono io, il prete accattone, di cui ti ha parlato suor Teresa, uno di quelli che raccolgono i cartoni e mangiano i rifiuti dei ristoranti.
Oggi è giornata di sole e mi sento in vena di scriverti. Sopra la mia testa, sull’autostrada, passano le auto per Ventimiglia. Mi piace starmene al sole di novembre per intiepidirmi le ossa.
Sì, mi va di scriverti, anche se ti farò del male.
La mia vita di uomo e di sacerdote è stata una vita bruciata velocemente, una vita forse sprecata, forse senza senso. E tu vuoi sapere perché? Me lo domando sovente anch’io, in questa mia “casa” sotto il ponte dell’autostrada, dove ho stabilito la mia fissa dimora tra i cartoni, qualche lamiera, un materasso sulla branda scassata, un bidone di acqua, poche altre cose e solo un libro: “Le confessioni” di un grande sbandato, Sant’Agostino. Me lo domando quando mi alzo e quando vado a dormire su questo materasso. Mi rispondo che la mia vita non ha avuto senso perché nessuno mi ha insegnato ad amare a pieni polmoni. Nessuno mi ha insegnato a spalancare il cuore nel voler bene senza paura. Nessuno mai mi ha detto: lascia spazio ai tuoi sentimenti, non soffocare le tue affettività, bevi la vita a piene sorsate.
Ero un uomo nato per essere equilibrato e libero nell’effetto verso tutti, specialmente verso gli alberi, gli animali, i bambini, i sofferenti. Avevo scelto la vita di sacerdote, per essere maggiormente me stesso nell’amore, un po’ come Dio. Ma i superiori mi dicevano sempre: “Attento figliolo, attento ai sentimenti”.
L’amore era la mia fede, era ciò in cui credevo. Ho provato a voler bene, sinceramente, senza ambiguità, ma non sono stato incoraggiato, non sono stato capito. Ogni volta che esprimevo la mia identità, che comunicavo non solo a parole – ma anche con il colore dei sentimenti – ogni volta che cercavo di instaurare una relazione profonda con altri e con i loro problemi, con gli amici, con le famiglie, mi si diceva: “Attento figliolo”.
Ma attento a che cosa? Non riuscivo a condividere quello strano modo di voler bene, un po’ formale, un po’ mestiere, sempre timoroso, sempre così distaccato. Un voler bene in difesa e con lo scudo imbracciato. Un amore privo di semplicità, di umanità, di immediatezza e di trasparenza.
Ho avuto paura di amare, di inaridire e ho lasciato, con un colpo di testa, ma a mente lucida, ho smesso di fare il viceparroco ed eccomi qua: nel villino del prete accattone, via dei cartoni, numero uno.
Ho deciso di amare i barboni, i mendicanti anche se puzzano e anche se hanno i pidocchi: almeno con loro potrò vivere sentimenti veri. Ho deciso di vivere come loro e di morire come loro, pagando il prezzo dell’amore puro.
Cosa faccio durante il giorno? Vado in cerca dei barboni che stanno peggio di me e sto con la loro solitudine e i loro discorsi pieni di illusioni. Assieme a qualcuno di loro cerco di mangiare – senza però rubare dalle bancarelle – mi metto a raccogliere carta e cartoni per le strade, specialmente durante la notte, quando si spengono le luci delle finestre e ci si sente soli nelle strade diventate nostre e di qualche cane randagio. I pochi soldi che ricavo mi servono per sopravvivere e per regalare ai miei amici qualche sigaretta o un bicchiere di vino.
Molte volte mi domando: “È questa la mia evangelizzazione?”. Non so, mi sembra che Dio sia con me. L’altro giorno avevo fame più del solito e sono andato a chiedere carità dalle suore della scuola materna. Quel “materna” mi incoraggiava, mi ricordava la bontà e la comprensione della mamma. La suora portinaia mi ha squadrato da dietro il cancello poi ha tagliato corto: “La superiora non c’è”.
Ho capito che mi considerava il solito rompiscatole. Mi ha dato comunque un panino, dicendomi che era venerdì e che anche le suore facevano digiuno.
Mi sono chiesto: “ Perché devo fare digiuno anch’io?”. Mentre divoravo il panino, pensavo con dispiacere a quella brutta frase di Voltaire: “Si uniscono senza conoscersi, vivono senza amarsi, muoiono senza compiangersi”. Spero proprio che non sia così.
Mi piace essere accattone. Mi piace perché incontro Dio a ogni passo. Quando la mattina mi ritrovo vivo, nonostante il freddo e l’umido della baracca, quando mi incammino a cercare gli emarginati, lo incontro sempre nelle loro storie, nella loro fede, nelle loro bestemmie.
Vedo Dio quando una bambina mi viene incontro, mandata dalla mamma e mi offre una moneta, e allora mi sento nella pace. Dio l’ho incontrato una notte, quando ho assistito alla morte di un mio amico, sugli scalini del duomo, piangendo, ho affidato a Dio la sua morte e la sua anima. Dopo avergli perdonato tutti i peccati. L’ho incontrato Dio, quando Tonino, l’ubriaco perenne cantava stonato: “Noi vogliam Dio”. In realtà non cantava forse l’unica verità valida per tutti gli uomini?
Mi presenterò a Dio così, come sono, un accattone in cerca di amore, gli tenderò la mano e gli chiederò con semplicità di farmi l’elemosina del suo Paradiso. Forse non avrò la stola, ma avrò la barba lunga e tanta, tanta fame. Sono certo che mi capirà.
Ti capisco, questo forse non è il modo di vivere il mio sacerdozio. Però mi sembra di vivere come Gesù prima che consumasse il sacrificio. Anche lui non diceva Messa quando mangiava con i pubblicani e con le prostitute, eppure era un sacerdote con loro. E credo che facesse così, perché loro, e non i farisei, gli permettevano di vivere il sacerdozio fondamentale che è l’amore, la vita dei sentimenti, che sono sempre grazia.
Ti prego di non mandarmi niente.
Sono un prete accattone, ma non ho bisogno quasi di niente. Vorrei soltanto un regalo. Che mi dicessi se i miei confratelli nel sacerdozio mi amano ancora, se mi pensano, se per loro sono ancora vivo. Se poi non mi vuoi rispondere, non sentirti in imbarazzo caro amico mio”.


ECHI FIN DIETRO ALLA CLAUSURA

La lettera di questo sacerdote ha suscitato una vasta eco. Chi l’ha letta ne ha riportato una profonda impressione, come nel caso di queste due suore. Di cui una di clausura.
La prima a scrive: “Qualche giorno fa ho letto l’esperienza del sacerdote mendicante che vive sotto il ponte dell’autostrada. Ne sono rimasta molto impressionata, ho sofferto per lui e mi piacerebbe tanto che quel sacerdote sapesse che con questa sua lettera ha fatto un gran bene a me e a tante altre persone. Quando lei l’incontrerà, gli dica la mia e nostra comprensione, gli dica della nostra simpatia – e perché no? – del nostro sincero amore.
Come religiosa gli chiedo perdono per quella comunità di religiose della scuola materna, che gli hanno dato severità e indifferenza e quel panino senza cuore…In questi giorni celebro venticinque anni di vita religiosa. La fedeltà di quel sacerdote mendicante mi invita a consacrarmi con maggiore radicalità a Cristo sofferente nel prossimo specialmente nei membri della mia comunità”.
L’altra lettera viene da una suora di clausura e dice così: “Ovunque tu sia, ti raggiunga il mio amore di sorella, come tu hai raggiunto nel silenzio della mia clausura. Sono grata per averci fatto conoscere la tua lettera. Mi è penetrata dentro ed è stata di vantaggio nell’anima mia! Conosco il tuo recapito: via dei cartoni! Non so il tuo nome, ma colui che è sempre con te in quella via mi ha suggerito di chiamarti “Emmanuele”, perché tu hai lo stesso suo volto.
Eccomi a te, Emmanuele, siamo vicini di casa, avendo un recapito comune che nessuno può mandarci via: il “Cuore di Dio”. “All’ombra delle tue ali troviamo rifugio”.
Sappi che non sei solo in via dei cartoni. Se ormai entrato nel cuore di tante, tante sorelle claustrali trasmettendo la tua stupenda lettera.
È stata letta in comunità da una sorella, ha commosso tutte e quella che leggeva non riusciva ad andare avanti. Dio ha raccolto certamente le nostre lacrime, e ti ha guidato con infinita “tenerezza”. Sono certa, che pur vivendo in tanta solitudine e sofferenza, tu stai sperimentando la sua bontà e tenerezza, la sua viva presenza dentro di te.
Ti saluto, Emmanuele, fratello mio! Non so cosa penserai di queste mie righe dai pensieri confusi, disordinati, ma così sono le lettere di chi ama dal di dentro, con un amore che sa di eternità! So però che la leggerai con lo stesso amore con cui te l’ho scritta, dal silenzio della mia cella, e a notte inoltrata. Forse vorrai sapere chi sono: sono figlia di Dio, come te! E, negli anni lontani, una sbandata, come te, come il grande Agostino. E anch’io, come te, quando busserò alla “porta del Regno” stenderò le mani a Colui che ama farsi chiamare il Padre e gli chiederò il suo regno come un’elemosina. Sì, come te e con te, Emmanuele!”


La migliore maestra

mercoledì 14 settembre 2011


Nel paese dove insegnava era considerata la maestra più severa della scuola.
Come la maggior parte delle maestre dichiarava sempre di non avere preferenze, ma non era proprio così… in prima fila c’era un’alunna malvestita, poco pulita e piuttosto distratta. La maestra la riprendeva spesso, correggeva con la penna rossa tutti i suoi compiti e li marcava con uno zero.
Un giorno, leggendo il curriculum di quell’alunna, trovò scritto dalla maestra del primo anno: “È un’ottima alunna, studia con impegno e dedizione: è un piacere averla vicino”. La maestra del secondo anno aveva scritto: “È un’eccellente studentessa e si comporta molto bene coi suoi compagni, ma ultimamente appare preoccupata perché sua madre ha una grave malattia”.
Quella del terzo: “La madre dell’alunna è morta, è stato molto duro per lei. Lei cerca di fare molti sforzi, ma la situazione è pesante e difficile. Bisogna trovare il modo di aiutarla”.
La maestra del quarto: “L’alunna rimane spesso indietro rispetto ai suoi compagni e non mostra interesse per lo studio. In classe spesso si addormenta”.
Finalmente l’attuale maestra capì il problema della bambina e ci rimase male per non aver indagato prima sulle cause.
Quando arrivò la fine dell’anno scolastico si sentì ancora peggio quando aprì i regali degli alunni.
Quello della bambina orfana era avvolto in un vecchio sacchetto e la maestra provò un enorme imbarazzo quando dovette aprirlo di fronte a tutti.
Trovò una vecchia bottiglietta di profumo, se ne mise due gocce e a quel punto gli alunni scoppiarono in una risata generale.
Alla fine della giornata, prima di uscire, la bambina si rivolse alla maestra: “Signorina, oggi profuma coma profumava la mia mamma”. Da quel giorno la maestra decise di mettere in secondo piano la matematica, la storia e la geografia e si dedicò ad educare i suoi alunni, ponendo particolare attenzione a quelli che presentavano maggiori difficoltà. Quell’anno la bambina orfana fece passi da gigante e divenne una delle alunne migliori.
Tre anni dopo la maestra ricevette una lettera della ex alunna in cui le diceva che era stata una grande maestra.
Poi ne ricevette un’altra dopo cinque anni nella quale le raccontava che si era diplomata col massimo dei voti e che lei era stata una bravissima maestra.
E così fu fino alla laurea, ripetendole sempre che era stata la miglior maestra della sua vita.
Una delle ultime lettere era firmata “Dottoressa”; era l’invito al suo matrimonio. La ragazza desiderava che alla cerimonia, la sua adorata maestra occupasse il posto di sua madre.


Ognuno di noi può essere per gli altri
motivo di speranza e di gioia,
basta saper vedere le necessità dei fratelli,
ma per fare questo occorre
saper guardare “oltre” se stessi
e aprire il cuore per accogliere
più che le mani per afferrare…


La meravigliosa potenza di Gesù

giovedì 19 maggio 2011

Quasi sempre non riusciamo mai ad immaginare quanto Gesù ci ama, di come si serve anche di altri tramiti, altre persone per attirarci al Lui, per farci crescere nella fede, per farci comprendere di quanto Lui sia meravigliosamente innamorato di ciascun essere vivente, di ciascun individuo, di ogni suo figlio affidatogli dal Padre e per il quale vuole solamente la sua adesione, che lui, figlio, noi, ci fidiamo totalmente di Lui, che non ci abbandona e ci fa crescere attraverso la fede vissuta  di quelle persone che lo testimoniano e gli rendono grazie e lode per le meraviglie che Egli compie. Eccone una testimonianza, operata in una sua figlia amata, in una nostra sorella in cui ci possiamo ritrovare ognuno. Fermiamoci per i prossimi quindici minuti a vedere ed ascoltare questa testimonianza, non lasciamo interferire altre distrazioni e ……. Buona visione. Il Signore Gesù è Grande e degno di ogni lode (per un ascolto più attento e particolare disattivare la musica di sottofondo del blog cliccando sul tasto pause “>II”  del riproduttore mini i-pod)  



Lezioni dal Santo Curato d'Ars

martedì 10 maggio 2011

Nel pieno di questo mese mariano dedicato appunto alla nostra mamma celeste, Maria Vergine, cerchiamo di comprenderne la sua grandezza aiutati da pensieri e scritti che fanno parte dell’immenso patrimonio spirituale lasciatoci da quell’uomo eccezionale che era il Santo Curato d’Ars, Il suo dire spesso tocca l’anima tale da elevarla fino al Creatore come se fosse acqua che scorre nel nostro deserto quotidiano. E chi non ne ha bisogno un po’…………..



Per mostrarvi il potere della preghiera e le grazie che essa vi attira dal cielo, vi dirò che è soltanto con la preghiera che tutti i giusti hanno avuto la fortuna di perseverare. La preghiera è per la nostra anima ciò che la pioggia è per la terra. Concimate una terra quanto volete, se manca la pioggia, tutto ciò che farete non servirà a nulla. Così, fate opere buone quanto volete, se non pregate spesso e come si deve, non sarete mai salvati; perché la preghiera apre gli occhi della nostra anima, le fa sentire la grandezza della sua miseria, la necessità di fare ricorso a Dio; le fa temere la sua debolezza.
Il cristiano conta per tutto su Dio solo, e niente su se stesso. Sì, è per mezzo della preghiera che tutti i giusti hanno. perseverato... Del resto, ci accorgiamo noi stessi che appena trascuriamo le nostre preghiere, perdiamo subito il gusto delle cose del cielo: pensiamo solo alla terra; e se riprendiamo la preghiera, sentiamo rinascere in noi il pensiero e il desiderio delle cose del cielo. SI, se abbiamo la fortuna di essere nella grazia di Dio, o faremo ricorso alla preghiera, o saremo certi di non perseverare per molto tempo nella via del cielo.
In secondo luogo, diciamo che tutti i peccatori debbono, senza un miracolo straordinario che accade rarissimamente, la loro conversione soltanto alla preghiera. Vedete santa Monica, ciò che fa per chiedere la conversione di suo figlio: ora essa è al piede del suo crocifisso' a pregare e piangere; ora si trova presso persone che sono sagge, per chiedere il soccorso delle loro preghiere. Guardate lo stesso sant'Agostino, quando volle seriamente convertirsi... SI, per quanto fossimo peccatori, se avessimo fatto ricorso alla preghiera e se pregassimo come si deve, saremmo sicuri che il buon Dio ci perdonerebbe.
Ah!, fratelli miei, non meravigliamoci del fatto che il demonio fa tutto ciò che può per farci tralasciare le nostre preghiere, e farcele dire male; è che capisce molto meglio di noi quanto la preghiera è temibile nell'inferno, e che è impossibile che il buon Dio possa rifiutarci ciò che gli chiediamo per mezzo della preghiera...
Non sono né le lunghe né le belle preghiere che il buon Dio guarda, ma quelle che si fanno dal profondo del cuore, con un grande rispetto ed un vero desiderio di piacere a Dio. Eccovene un bell'esempio. Viene riferito nella vita di san Bonaventura, grande dottore della Chiesa, che un religioso assai semplice gli dice: «Padre, io che sono poco istruito, lei pensa che posso pregare il buon Dio e amarLo? ».
San Bonaventura gli dice: «Ah, amico, sono questi principalmente che il buon Dio ama di più e che gli sono più graditi». Questo buon religioso, tutto meravigliato da una notizia così buona, va a mettersi alla porta del monastero, dicendo a tutti quelli che vedeva passare: «Venite, amici, ho una buona notizia da darvi; il dottore Bonaventura m'ha detto che noi altri, anche se ignoranti, possiamo amare il buon Dio quanto i dotti. Quale felicità per noi poter amare il buon Dio e piacergli, senza sapere niente!. ».
Da questo, vi dirò che non c'è niente di più facile che il pregare il buon Dio, e che non c'è nulla di più consolante.
Diciamo che la preghiera è una elevazione del nostro cuore verso Dio. Diciamo meglio, è il dolce colloquio di un bambino con il padre suo, di un suddito con il suo re, di un servo con il suo padrone, di un amico con il suo amico, nel cui cuore depone i suoi dispiaceri e le sue pene.

·        La Madonna
Se vediamo la Madonna abbassarsi, nella sua umiltà, al di sotto di ogni creatura, vediamo anche quest'umiltà innalzarla al di sopra di tutto ciò che non è Dio. No, non sono i grandi della terra che l'hanno fatta salire a quel supremo grado di dignità nella quale abbiamo la gioia di contemplarla oggi. Le Tre Persone della Santissima Trinità l'hanno posta su questo trono di gloria; l'hanno proclamata Regina del cielo e della terra, rendendola depositaria di tutti i tesori celesti. No, non capiremo mai abbastanza la grandezza di Maria, e il potere che Gesù Cristo, suo divin Figlio, le ha dato; non conosceremo mai bene il desiderio che ella ha di renderei felici. Ella :i ama come figli suoi; si rallegra del potere che Dio le ha dato, per esserci utile. Sì, Maria è la nostra mediatrice; è lei che presenta al suo divin Figlio tutte le nostre preghiere, le nostre lacrime, i nostri gemiti; è lei che ci attira le grazie necessarie per la nostra salvezza. Lo Spirito Santo ci dice che Maria, tra tutte le creature, è un prodigio di grandezza, un prodigio di santità e un prodigio d'amore.
L'ave Maria è una preghiera che non stanca mai. Quando si parla delle cose della terra, del commercio, della politica, ci si stanca: ma quando si parla della Madonna, è sempre nuovo...
Tutti i santi hanno una grande devozione alla Madonna; nessuna grazia viene dal cielo senza passare per le sue mani. Quando si vuole offrire qualche osa ad un grande personaggio, si fa presentare questo dono dalla persona che egli preferisce, affinché l’omaggio gli sia gradito.
Così, le nostre preghiere, presentate dalla Santa Vergine, hanno tutt'altro merito, perché la Santa Vergine è l'unica creatura che non abbia mai offeso Dio. Soltanto la Madonna ha compiuto il primo comandamento: un solo Dio adorerai e amerai perfettamente. Ella l'ha compiuto nella sua totalità... Tutto quello che il Figlio chiede al Padre gli è concesso. Tutto ciò che la Madre chiede al Figlio le è similmente concesso.
Quando le nostre mani hanno toccato degli aromi, profumano tutto ciò che toccano; facciamo passare le nostre preghiere per le mani della Madonna: lei le profumerà. Penso che alla fine del mondo, la Madonna sarà ben tranquilla, ma finché il mondo dura, è tirata da tutte le parti. La Madonna è come una madre che ha molti figli. E' continuamente occupata ad andare dall'uno all'altro.

Mi scuso ....

Mi scuso con tutte quelle persone che con il visitare il blog da un paio di settimane non lo hanno trovato aggiornato a causa dei molteplici impegni che mi hanno visto concentrato in attività liturgiche della parrocchia quali settimana Santa, settimana di Pasqua e a finire settimana Eucaristica molto intensa. Me ne scuso ancora e in Cristo Gesù vi affido a Sua Madre Maria…. 

Novena alla Divina Misericordia

venerdì 22 aprile 2011

Oggi inizia la novena alla Divina misericordia che culminerà nella festa vera e propria che quest'anno sarà celebrata Domenica in Albis 1 Maggio 2011 giorno della beatificazione di Papa Giovanni Paolo II , festa istituita peraltro da lui stesso e festa che lo ha accompagnato proprio nel 2005 quando la sera del 02 Aprile alle ore 21.37 faceva ritorno alla casa del Padre nel vespro della festa della Divina Misericordia. 
Lo stesso Gesù in visione a Suor Faustina Kowalska disse "Durante questa novena elargirò alle anime grazie di ogni genere". La preghiera è dialogo con Gesù, è occasione per riceverlo in spirito nel nostro cuore e perchè no ottenere grazie particolari visto che Lui stesso ce ne fa richiesta. Approfittiamone e buona novena.



Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Primo giorno (Venerdì Santo)
Meditare su Gesù Crocifisso e sul valore delle anime (costano tutto il sangue di Gesù....)
Parole di nostro Signore: "Oggi portami l’umanità intera, specialmente tutti i peccatori, ed immergili nell’oceano della mia Misericordia. Così tu addolcirai la mia amarezza per la perdita delle anime".
Chiediamo misericordia per l’umanità intera.
Misericordioso Gesù, poiché tua prerogativa è d’aver compassione di noi e di perdonarci, non guardare i nostri peccati, ma alla fiducia che nutriamo nella tua infinita bontà. Ricevi tutti nel tuo Cuore compassionevole e non respingere mai nessuno. Te lo chiediamo per l’amore che ti unisce al Padre ed allo Spirito santo.
Pater... Ave... Gloria...
Eterno Padre, volgi il tuo sguardo di Misericordia sull’umanità intera, specialmente sui peccatori, la cui unica speranza è il Cuore pietoso di tuo Figlio. Per la sua dolorosa Passione, dimostra la tua Misericordia, affinché noi possiamo insieme eternamente lodare la tua potenza. Amen.

Segue coroncina alla Divina Misericordia
Padre Nostro, Ave o Maria, Credo in Dio,
sui grani del Padre Nostro o che sono comunque staccati dalla decina successiva si recita:
Eterno Padre, ti offro il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Signore nostro Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
sui grandi dell'Ave Maria si recita per dieci volte consecutivamente:
Per la sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
dopo aver ripetuto la sequenza per 5 volte alla fine si recita per 3 volte consecutivamente:
Dio Santo, Dio Forte, Dio Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero
Si conclude la preghiera facendosi li segno della Croce: nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Secondo giorno (Sabato Santo)
Meditare su Gesù-Verbo e Gesù-Carne e sull’intima unione di amore tra noi e Dio.
Parole di nostro Signore: "Oggi portami le anime dei sacerdoti e dei consacrati ed immergile nella mia imperscrutabile Misericordia. Esse mi hanno dato la forza di sopportare la mia dolorosa Passione. Per mezzo di queste anime, come attraverso dei canali, la mia Misericordia si riversa sull’umanità".
Preghiamo per il clero e per i consacrati.
Misericordiosissimo Gesù, fonte di ogni bene, moltiplica sui consacrati la grazia, affinché con la parola e l’esempio compiano degnamente le opere di misericordia, in modo che tutti coloro che li vedono glorifichino il Padre che è nei cieli.
Pater... Ave... Gloria...
Eterno Padre, dà uno sguardo compassionevole agli eletti della tua vigna, i sacerdoti ed i religiosi, colmandoli della pienezza della tua benedizione. Per i sentimenti del Cuore di tuo Figlio concedi loro luce e forza, affinché possano condurre gli uomini sulla via della salvezza e glorificare per sempre con loro la tua Misericordia infinita. Amen.
Segue coroncina alla Divina Misericordia

Terzo giorno (Domenica di Pasqua)
Meditare sulla grande manifestazione della Divina Misericordia: il dono pasquale del
Sacramento della Penitenza che, nell’azione liberatrice dello Spirito Santo, reca risurrezione e pace ai nostri spiriti.
Parole di nostro Signore: "Oggi portami tutte le anime fedeli e pie; immergile nell’oceano della mia Misericordia. Queste anime mi hanno confortato sulla via del Calvario; esse erano una goccia di consolazione in mezzo ad un oceano di amarezze".
Preghiamo per tutti i cristiani fedeli.
Misericordiosissimo Gesù, che concedi abbondantemente le tue grazie a tutti gli uomini, accogli nel tuo Cuore infinitamente buono tutti i cristiani fedeli e non permettere che ne escano mai più. Te lo chiediamo per il tuo profondo amore verso il Padre Celeste.
Pater... Ave... Gloria...
Eterno Padre, volgi uno sguardo compassionevole alle anime fedeli, eredità del Figlio tuo; per i meriti della sua dolorosa Passione, concedi loro la tua benedizione e proteggile sempre, affinché non perdano l’amore e il tesoro della santa fede, ma lodino con tutta la schiera degli Angeli e dei Santi per l’eternità la tua infinita Misericordia. Amen.
Segue coroncina alla Divina Misericordia

Quarto giorno (Lunedì in Albis)
Meditare sulla Paternità di Dio, sulla confidenza ed il pieno abbandono che dobbiamo avere in Lui sempre e dovunque.
Parole di nostro Signore: "Oggi portami quelli che non mi conoscono ancora. Anche ad essi ho pensato nella mia amara Passione e il loro futuro zelo confortava il mio Cuore. Immergili ora nell’oceano della mia Misericordia".
Preghiamo per i pagani e gli increduli
Misericordiosissimo Gesù, tu che sei la luce del mondo, accogli nella dimora del tuo Cuore pietoso le anime di coloro che non ti hanno ancora conosciuto; siano illuminati dai raggi della tua grazia, affinché glorifichino con noi i prodigi della tua Misericordia.
Pater... Ave... Gloria...
Eterno Padre, dà uno sguardo compassionevole alle anime dei pagani e degli increduli, perché Gesù tiene anch’essi nel suo Cuore. Portale alla luce del Vangelo: che capiscano quanto grande è la felicita di amarti; fa’ che tutte glorifichino eternamente la generosità della tua Misericordia. Amen
Segue coroncina alla Divina Misericordia

Quinto giorno (Martedì in Albis)
Meditare sulle parabole del buon Pastore e dei pastori infedeli (cfr. Gv. 10,11-16; Ez 34,4.16), mettendo in risalto la responsabilità che tutti abbiamo verso il prossimo vicino e lontano; in più soffermarsi a considerare attentamente gli episodi del rinnegamento e della conversione di S. Pietro (cfr. Mt 26,6975; Lc 22,31-32), dell’adultera (cfr. Gv 8,111) e della peccatrice (cfr. Lc 7,30-50).
Parole di nostro Signore: "Oggi portami le anime dei fratelli separati, immergile nell’oceano della mia Misericordia. Sono quelle che nella mia amara agonia laceravano il mio Corpo ed il mio Cuore, cioè la Chiesa. Quando si riconcilieranno con la mia Chiesa, si rimargineranno le mie ferite e avrò sollievo nella mia Passione".
Preghiamo per quelli che s’ingannano nella fede
Misericordiosissimo Gesù, che sei la Bontà stessa e non rifiuti mai la tua luce a chi la chiede, accogli nella dimora del tuo Cuore pietoso le anime dei nostri fratelli separati. Attirale con il tuo splendore all’unità della Chiesa e non permettere che ne escano mai più, ma adorino anch’esse la generosità della tua Misericordia.
Pater... Ave... Gloria...
Eterno Padre, dà uno sguardo compassionevole alle anime degli eretici e degli apostati che, perseverando ostinatamente nei loro errori, hanno sprecato i tuoi doni ed abusato della tua grazia. Non guardare la loro cattiveria, ma l’amore di tuo Figlio e i dolori della Passione che Egli accettò per loro. Fa’ si che ritrovino al più presto l’unità e che, insieme a noi, esaltino la tua Misericordia. Amen.
Segue coroncina alla Divina Misericordia

Sesto giorno (Mercoledì in Albis)
Meditare su Gesù bambino e sulle virtù della mitezza e dell’umiltà di cuore (cfr. Mt 11,29), sulla dolcezza di Gesù (cfr. Mt 12,1521) e sull’episodio dei figli di Zaccheo (cfr. Mt 20,20-28; 18,1-15; Lc 9,46-48).
Parole di nostro Signore: "Oggi portami le anime miti ed umili e quelle dei fanciulli: immergile nell’oceano della mia Misericordia. Somigliano di più al mio Cuore, e sono esse che mi davano forza nella mia dolorosa agonia. Le ho viste allora come degli angeli terrestri, vigilanti sui miei altari. Sopra di loro verso i fiumi delle mie grazie, poiché soltanto un’anima umile, in cui metto tutta la mia fiducia, è capace di accettare i miei doni".
Preghiamo per i fanciulli e le anime umili
Misericordiosissimo Gesù, che hai detto: "Imparate da me, che sono mite ed umile di Cuore" (Mt 11,29), ricevi nella dimora del tuo Cuore pietoso le anime miti ed umili e quelle dei fanciulli. Poiché danno gioia al Cielo, esse sono fatte segno dell’affetto speciale del Padre Celeste: sono un mazzo di fiori profumati davanti al trono divino, dove Dio si compiace del profumo delle loro virtù. Concedi loro la grazia di lodare perennemente l’Amore e la Misericordia di Dio
Pater... Ave... Gloria...
Eterno Padre, dà uno sguardo compassionevole alle anime miti ed umili e a quelle dei fanciulli che sono particolarmente care al Cuore del Figlio tuo. Nessuna anima assomiglia più di loro a Gesù; il loro profumo si alza dalla terra per giungere al tuo trono. Padre di Misericordia e di Bontà, per l’amore che porti a queste anime e per la gioia che provi nel guardarle, ti supplichiamo di benedire il mondo intero, affinché noi possiamo glorificare eternamente la tua Misericordia. Amen.
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Settimo giorno (Giovedì in Albis)
Meditare sul S. Cuore di Gesù e sull’immagine di Gesù Misericordioso, sui due fasci di luce bianca e rossa, simbolo di purificazione, di perdono e di sollievo spirituale.
Inoltre riflettere attentamente sulla tipica caratteristica messianica di Cristo: la Divina Misericordia (cfr. Lc 4,16-21; 7,18-23; Is 42,1-7; 61,1-6.10), soffermandoci sulle opere di misericordia spirituale e corporale ed in particolare sullo spirito di disponibilità verso il prossimo comunque bisognoso.
Parole di nostro Signore: "Oggi portami le anime che onorano e glorificano particolarmente la mia Misericordia. Sono anime che più di ogni altra hanno partecipato alla mia Passione e penetrano più profondamente nel mio Spirito, trasformandosi in copie viventi del mio Cuore Misericordioso.
Esse splenderanno nella vita futura di un particolare fulgore, e nessuna di loro cadrà nel fuoco dell’inferno; ciascuna avrà la mia assistenza all’ora della morte".
Preghiamo per quelli che venerano la Divina Misericordia e diffondono la sua devozione.
Misericordiosissimo Gesù, il tuo Cuore è Amore; accogli in esso le anime che onorano e diffondono in modo speciale la grandezza della tua Misericordia. Dotate della potenza stessa di Dio, sempre fiduciose nella tua imperscrutabile Misericordia e abbandonate alla santa volontà di Dio, esse portano sulle loro spalle l’intera umanità, ottenendo continuamente per essa dal Padre Celeste perdono e grazie. Che esse perseverino fino alla fine nel loro zelo iniziale; nell’ora della morte non venire loro incontro da Giudice, ma da Redentore Misericordioso.
Pater... Ave... Gloria...
Eterno Padre, volgi uno sguardo di benevolenza sulle anime che adorano e glorificano specialmente il tuo principale attributo: l’infinita Misericordia. Rinchiuse nel Cuore Misericordioso di tuo Figlio, queste anime sono come un Vangelo vivo: le loro mani sono piene di atti di misericordia e la loro anima esultante canta l’inno della tua gloria. Noi ti preghiamo, Dio benigno, di manifestare loro la tua Misericordia secondo la speranza e la fiducia che hanno riposto in te, affinché così si adempia la promessa di Gesù, cioè che proteggerà durante la vita e nell’ora della morte chiunque adorerà e propagherà il mistero della tua Misericordia". Amen.
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Ottavo giorno (Venerdì in Albis)
Meditare sulle parabole della Divina Misericordia (cfr. Lc 10,29-37;15,11-32;15,1-10) puntualizzando sia il sollievo della sofferenza verso i vivi e i defunti, come anche la promozione integrale dell’uomo e la necessità di avvicinare i lontani.
Parole di nostro Signore: "Oggi portami le anime che si trovano nel Purgatorio ed immergile nell’abisso della mia Misericordia, affinché gli zampilli del mio sangue ristorino la loro arsura. Tutte queste povere anime sono da me immensamente amate; esse soddisfano la Giustizia Divina. È in tuo potere portar loro sollievo offrendo tutte le indulgenze e le offerte espiatorie prese dal tesoro della mia Chiesa. Se tu conoscessi il loro tormento, non smetteresti di offrire l’elemosina delle tue preghiere e di pagare i debiti che esse hanno contratto con la mia Giustizia".
Preghiamo per le anime del Purgatorio.
Misericordiosissimo Gesù, che hai detto: "Misericordia io voglio" (Mt 9,13), accogli, ti preghiamo, nella dimora del tuo Cuore infinitamente pietoso le anime del Purgatorio, che ti sono molto care, ma che devono tuttavia soddisfare alla Giustizia Divina. I torrenti di sangue e di acqua, che sgorgano dal tuo Cuore, spengano le fiamme del fuoco del Purgatorio, affinché anche là si manifesti la potenza della tua Misericordia.
Pater... Ave... Gloria...
Eterno Padre, dà uno sguardo compassionevole alle anime che soffrono nel Purgatorio. Per i meriti della dolorosa Passione di tuo Figlio e per l’amarezza che riempì il suo Cuore sacratissimo abbi pietà di quanti si trovano sotto lo sguardo della tua Giustizia.
Ti chiediamo di guardare queste anime solo attraverso le Piaghe del tuo Figlio prediletto, perché siamo convinti che la tua Bontà e Misericordia non hanno limiti. Amen.
Segue coroncina alla Divina Misericordia

Nono giorno (Sabato in Albis)
Meditare sulla Madonna ed in particolare sull’Ecce, Fiat, Magnificat e Adveniat, caratteristiche indispensabili per vivere un’autentica vita sacerdotale, tutta amore verso Dio e prestazione misericordiosa verso il prossimo, comunque bisognoso.
Parole di nostro Signore: "Oggi portami le anime tiepide e immergile nell’oceano della mia Misericordia. Sono esse che feriscono il mio Cuore nella maniera più dolorosa. Nell’Orto degli ulivi la mia anima provo verso di loro una grande avversione. Fu per causa loro che pronunciai quelle parole: "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà" (Lc 22,42). Il ricorso alla mia Misericordia resta per loro l’ultima ancora di salvezza".
Preghiamo per le anime tiepide
Misericordiosissimo Gesù, che sei la Bontà stessa, accogli nella dimora del tuo Cuore le anime tiepide. Fa’ che si riscaldino al fuoco del tuo puro Amore queste anime gelide, che sono simili a cadaveri e ti ispirano tanta avversione. Gesù pietosissimo usa l’onnipotenza della tua Misericordia e attirale nelle fiamme più ardenti del tuo Amore, affinché, accese di nuovo zelo, siano esse pure al tuo servizio.
Pater... Ave... Gloria...
Eterno Padre, guarda con occhio pietoso le anime tiepide che sono oggetto d’amore del Cuore di tuo Figlio. Padre di Misericordia, per i meriti della dolorosa Passione di tuo Figlio e delle tre ore di agonia sulla Croce, permetti che, accese d’amore, esse glorifichino di nuovo la grandezza della tua Misericordia. Amen.
Preghiamo: O Dio, infinitamente pietoso, moltiplica in noi l’azione della tua Misericordia, affinché nelle prove della vita non disperiamo, ma ci conformiamo con una fiducia sempre più grande alla tua santa Volontà e al tuo Amore. Per nostro Signore Gesù Cristo, Re di Misericordia nei secoli. Amen. 
Segue coroncina alla Divina Misericordia