Buon compleanno Fra Alessandro

lunedì 21 marzo 2011


Buon compleanno fratello Alessandro, chissà se là nell’alto dei cieli si festeggia, anche se penso che il tuo vero compleanno sia quello dell’11 Agosto giorno della tua dipartita verso le schiere celesti.
Come và Alessandro qui? Male fratello carissimo e mai come in questi ultimi periodi mi ritorni alla mente, ripenso al breve periodo in cui ti ho conosciuto e ho avuto la fortuna di frequentarti, alle molteplici esperienze di cui mi hai arricchito e ai tuoi pochi ma semplici e forti insegnamenti in cui credevi e che ti sforzavi di far conoscere a quanti incontravi sul tuo cammino.
Mi colpisce ancor oggi ricordare quando mi parlavi della tua vocazione di come il Signore ti voleva già per Lui quando tu eri invece immerso in quel finto paradiso di cui oggi molti giovani vanno alla ricerca, di cui ne fanno uno stile di vita: discoteche, mondanità, notti scambiate per giorno, divertimenti smisurati, ecc. Anche se tu non li vivevi appieno eri comunque immerso in un contesto sociale e culturale perché ci abitavi anche vicino: Rimini e la riviera romagnola. Quella Rimini/Riccione oggi metà del divertimento per eccellenza per cui tanti ragazzi o con la macchina o anche con il treno vi giungono da tutte le parti percorrendo magari centinaia di kilometri unicamente per trascorrere un fine settimana, i conosciuti “sabato sera dei giovani” all’insegna del ballo, del divertimento e dello sballo anche esagerato con le droghe per poi svuotati di tutto ritornare alle loro case ripercorrendo centinaia di kilometri e il tutto in appena 12/24 ore.

Mi parlavi di come il Signore già ti aveva tirato fuori da quel contesto e ti voleva per Lui, apostolo delle genti e non semplice numero nella moltitudine della massa. Venivi da una famiglia abbastanza agiata e come il novanta per cento della realtà imprenditoriale del posto anche i tuoi genitori avevano un albergo, uno di quei tanti della riviera in cui nel periodo estivo sono tutti stracolmi. Ricordo quando mi raccontavi della reazione della tua mamma, - donna simpaticissima che mi hai fatto conoscere e che ti voleva veramente tanto bene, - arrabbiatissima quando lei per il tuo 18° compleanno ti regalò una fiammante Porsche, macchina che qualsiasi giovane vorrebbe avere, e che invece tu di li a qualche mese hai subito regalato ad un amico. Forse perché già assaporavi la grazia e la grandezza del “non avere”, di quella madre povertà a cui il Signore ti stava chiamando.

Mi hai insegnato a tener su nella mano la corona del rosario facendomi scoprire quella preghiera che poco conoscevo e a cui mi sono innamorato solamente nel guardarti tutte le volte che tenevi la tua corona tra le mani e sgranavi rosari a volontà in qualunque momento della giornata e mentre facevi qualsiasi faccenda. Se mi sono innamorato della preghiera del rosario è grazie a te Alessandro; prima ne sentivo l’imbarazzo e la vergogna io uomo, ragazzo a farmi vedere con una corona in mano. Grazie, fratello caro!!! Quanti ce ne siamo detti nei molti viaggi fatti assieme in macchina quando ti accompagnavo nelle tue missioni di predicatore o quando andavi a dir messa in altre parti.

E poi che dire di come sempre ti affidavi alla divina provvidenza nel tuo dire e nel tuo fare e niente ti turbava o ti scomponeva più del dovuto quando qualcosa non andava per il verso suo. Mi piacevi ancora di più quelle volte in cui la tua mitica Fiat Tipo blu la sottoponevi a viaggi estenuanti ora di qua ora di la, quasi camminasse a Spirito Santo ma poi ti toccava fare i conti con qualche manutenzione saltata ed eccola la che ti si fermava, restavi a piedi. Ed io contento di ricevere la tua chiamata e venivo a prenderti a recuperarti, con la tua mamma che spesso mi diceva con quel meraviglioso accento romagnolo “Che sciagurato sto’ figlio meno male che può contare su persone come te”.

Chiudo gli occhi e quasi ti risento nelle tante omelie in cui non perdevi occasione per riferirti alla mamma celeste, Maria, che tanto amavi e che tanto ti sforzavi a farci comprendere come eleggerla unica e grande mediatrice delle nostre necessità.
Oggi capisco perfettamente tutte quelle volte in cui stavi male, quando ti scontravi con le varie realtà dei conventi in cui ti ritrovavi a dover stare, in quegli ambienti parrocchiali e non in cui, secondo te, il troppo attivismo e le tante distrazioni sviavano, facevamo perdere l’interesse e la possibilità di scoprire il Vero Amore: Cristo. Qualcuno diceva che eri troppo estremista, qualche volta pesantemente ti davano anche del pazzo quasi a volerti richiamare sul tuo desiderio di incarnare un San Francesco per tanti tuoi confratelli ormai scaduto, passato di moda.

Che dolore Alessandro caro sentire ancora oggi pronunciare quella etichettatura, quella parola orrenda ancor più orribile perché sulla bocca di tuoi stessi confratelli sacerdoti. Non ti sbagliavi fratello, non ti sbagliavi affatto; avevi già intuito le cose che non andavano ma le tue ammonizioni cadevano come seme sulla roccia e non su terreno fertile. Volevi solo dare dignità e valore alla vocazione, quella di vero frate che sentivi voler incarnare: a quella povertà che si vedeva nel tuo saio che sempre indossavi e a volte maleodorante perché non potevi sostituirlo con un altro che non avevi. E quei sandali un po’ rotti che tanto hanno camminato e che non cambiavi spesso perché tutto volevi far consumare, così come ti sei consumato tu fino alla fine. E oggi vediamo ciò che tu vedevi prima, oggi in molti soffriamo la leggerezza con cui si fanno le cose sante, di come poco si piegano le ginocchia davanti a quel tabernacolo che sempre hai guardato anche tu. E noi ? Ancora qui a chiederci perché le cose non vanno, facendo finta di niente e allo stesso tempo vivere nell’ipocrisia che tutto và bene così, e sentire la paura addosso perfino di ammonire il fratello che sbaglia perché laici o sacerdoti che siamo resteremo delle persone secolarizzate sempre più del mondo e sempre meno nello Spirito.

E mi ricordo di quando decidesti di fare il cammino a Santiago di Compostela e solamente a due mesi dalla data prefissata ti sei cominciato ad allenare facendoti delle camminate a piedi nei paesi limitrofi a Guardiagrele. Qualche volta ti ho accompagnato e anche se il tuo passo non era veloce era comunque resistente tant’è vero che una volta sei quasi arrivato a Lanciano da Guardiagrele sotto una insistente pioggia. E la tua caparbietà l’ho anche compresa quando ti ho visto di ritorno dal pellegrinaggio a piedi di Santiago in cui avevi entrambi i piedi pieni di escoriazioni e bolle d’acqua che per una settimana non camminavi quasi più perché senza preoccuparti di alcuna preparazione al cammino ti sei fatto circa 300 km a piedi.

Nei tuoi tanti viaggi a Medjugorie e anche a Lourdes stavi ore davanti al computer a studiare, cercare la tariffa la più economica possibile perché il risparmio per te era la via breve per meglio far agire la provvidenza e racimolare il denaro necessario al biglietto. Non ti ho mai visto con fare attaccato al dio quattrino se non limitatamente a ciò che ti serviva, non trattenevi mai niente per te e le offerte e le intenzioni che ricevevi nelle celebrazioni le riconsegnavi sempre all’economo.

Mi hai fatto comprendere in maniera particolare, e mai mi è più successo con altri sacerdoti, l’efficacia forte del sacramento della riconciliazione quando una volta sono riuscito a mettermi a nudo davanti a Gesù e confessargli cose che per me erano grandi macigni. Grazie ancora Alessandro.
I tuoi pensieri e il tuo fare ti portavano alla continua ricerca dell’incontro con Gesù attraverso ritiri, esperienze, pellegrinaggi e porto ancora addosso la bellezza il tesoro della meravigliosa esperienza che mi hai fatto fare portandomi a conoscere il tuo amico e molto amato sacerdote Don Oreste Benzi. A quelle volte in cui mi hai fatto vivere la dimensione e la bellezza del carisma delle case famiglia dell’associazione Papa Giovanni XXIII sempre guidate da Don Oreste. Lo stesso Don Oreste di cui abbiamo fatto fare esperienza anche alla nostra parrocchia invitandolo qui a Guardiagrele, organizzando un incontro-catechesi con la realtà nostra locale e questo lo devo anche a te. Senza parole poi quando su tuo suggerimento ho fatto l’esperienza della  “Notte dei senza dimora” a Rimini in cui ho condiviso la condizione degli emarginati, dei barboni dormendo al loro fianco a terra nella stazione di Rimini: meraviglioso Alessandro.

Ma uno dei momenti che difficilmente dimenticherò è stato quando una mia vicissitudine personale mi ha portato ad affrontare un grosso problema della vita e quindi involontariamente tu non eri più a Guardiagrele e ci sentivamo telefonicamente con meno frequenza. Così casualmente mentre ero ad un incontro che annualmente il Rinnovamento nello Spirito fa alla Fiera di Rimini volevo confessarmi alla moltitudine di sacerdoti presenti lì, circa una quarantina, e mentre facevo la fila ti ho scorto tra i vari box quale confessore. Ho fatto la fila da te e al mio turno quando mi hai visto io che ti portavo nel cuore sono subito scoppiato a piangere, non riuscivo a fermarmi perché avevo sempre nella mente un pensiero che ero sicuro che era anche il tuo ma che a te faceva stare male che mai hai voluto chiedermi ne confessare se non in quell’occasione. E’ così in  un lampo ho sentito il bene che ti volevo e subito ti ho smentito il pensiero che per lungo tempo ti chiedevi per me e la mia grandissima gioia è stato farti capire del bene che sentivo per te, farti comprendere che non avevo nessun rancore per te e se qualcosa era andato per un verso non era certo dipeso da te. Ho visto una grande gioia nei tuoi occhi e il grande peso da cui ti avevo liberato e non smetto di ringraziare il signore per quell’oppurtinità che mi ha dato. Oggi tu la vedi da lassù così come io l'ho veramente vissuto e sentito nel mio cuore.

Sapevo della tua frequentazione presso un gruppo di preghiera a Chieti e di come tu con grande spirito e attaccamento alla preghiera li raggiungevi dal convento di Leonessa sottostando ad orari assurdi in quanto il convento un pò disagiato era mal collegato con i servizi pubblici e tu senza preoccupartene più di tanto riuscivi a giungere a piedi anche da Leonessa a Chieti muovendoti unicamente a mezzo autostop o al massimo con il treno. Mi dispiace e mi fa veramente male al cuore pensare ai tuoi ultimi periodi in cui ti sei lasciato andare, in cui non ti sei preoccupato neanche della tua salute staccandoti anche dal bisogno corporeo che qualche malanno ti obbligava a curare ma che tu hai lasciato correre.
Ho sempre cercato di immaginare le tue ultime ore terrene: solo davanti a quel tabernacolo nel convento di Arezzo, al cospetto di Cristo crocifisso. In un primo momento mi vien da pensare al tuo sentirti umanamente sconfitto, alle persone che ti hanno potuto ostacolare nel vivere la tua chiamata, a noi tutti e a quanti ti conoscevano impotenti di poterti aiutare, poter fare qualcosa per te ma tu stavi presentando tutto te stesso al Signore, quell’ultimo sacrificio che non hai disdegnato di offrire per tutto ciò in cui credevi e che ti faceva sentire un autentico frate cappuccino e il Signore Gesù ha voluto dare un premio alla tua sofferenza chiamandoti a Lui.

Cosa ci rimane Alessandro? Tantissimo, tanto, veramente tanto di te e altrettanto a tutte quelle persone che ti hanno conosciuto e che ti hanno amato, quelle persone a cui anche tu hai voluto tanto bene e che ancor oggi ti portano sulle labbra per tutto ciò che continua a non andare nelle nostre chiese e a ciò che è migliorato in noi anche grazie a te. Grazie Alessandro, grazie a nome di tutte quelle persone che portano ricordi diversi e esperienze altrettanto forti e da lassù sostienici ancora in questa valle di lacrime in cui ci si perde ancora, in cui si spera ancora, in cui si cerca di far posto a Gesù nei nostri cuori rivolgendoci a quella Madre che ora tu abbracci come quell’immenso abbraccio che vorrei darti per ciò che potevo fare e non sono riuscito a fare.

Sei con me fratello carissimo ogni Venerdì nell’adorazione eucaristica, in questo stesso convento che ti ha visto, grazie soprattutto a te, dar inizio alle adorazioni settimanali che oggi celebriamo e che merito anche all’opportunità che mi da il parroco io per te cerco di portare avanti e celebrare nella mia miseria e ingratitudine di figlio di Dio.
Niente poteva ricordarti meglio di quanto hanno scritto nella tua foto ricordo che qui ho davanti a me e che mi ha accompagnato in questo dialogo con te:

“Servi il Signore con umiltà,
povertà e semplicità di cuore”

Tu sei stato questo, grazie Frate Alessandro……e mai come ora vorrei dirti di vero cuore di quanto ti voglio bene fratello. Ciao……..

Di seguito riporto lo scritto che altrettanto ci ricorda in maniera emblematica frate Alessandro: è l’omelia tenuta l’11 Agosto 2009 il giorno del suo funerale a Cattolica dall’allora ministro provinciale cappuccino della regione abruzzese Fra Domenico del Signore.

IN MORTE  DI

P. ALESSANDRO ZANGHERI


Rimini 21.03.1964 – Arezzo 11.08.2009

Caro fratello Alessandro, credo che a te si addicano le parole del salmo 88:

Signore, Dio della mia salvezza, davanti a te grido giorno e notte. Sono annoverato fra quelli che scendono nella fossa. Sono libero, ma tra i morti... Mi hai gettato nella fossa più profonda, negli abissi tenebrosi. Si consumano i miei occhi nel patire. Tutto il giorno ti chiamo, Signore, verso di te protendo le mie mani. Compi forse prodigi per i morti? O si alzano le ombre a darti lode? Ma io, Signore, a te grido aiuto e al mattino viene incontro a te la mia preghiera. Perché, Signore, mi respingi? Perché mi nascondi il tuo volto?

Questo tuo grido hai rivolto al Signore davanti al tabernacolo e al cospetto del Cristo crocifisso fino a qualche ora prima della tua morte. Qualcuno dei confratelli in quel momento ti ha visto solo e in ginocchio in chiesa e ti ha invitato ad assumere – seduto – l'atteggiamento del discepolo che reclina confidenzialmente il suo capo sul petto di Gesù. E il Signore dall'alto della Croce ti ha risposto mandando ad aiutarti i suoi santi. Così, nel giorno dedicato a Chiara d'Assisi, l' 11 agosto, si è aperto per te il tempio di Dio che è nel cielo (Ap 11,19).
Eri poco adatto alla realtà mondana ma eri pronto per il Regno dei cieli.
La tua vita è stata un perenne andare alla ricerca dell'Assoluto. E l'Assoluto cercavi anche nelle istituzioni, che pur ispirate a principi evangelici, hanno sempre i limiti della umana natura. Cercavi, con la tua sensibilità e intelligenza, un ideale evangelico  disincarnato al punto che, quando ti si chiedeva di prenderti cura di fratello corpo, non ascoltavi, ritenendo superflua ogni attenzione alle realtà terrene.
La tua idealità ti spingeva a condurre una vita fortemente stressante per il corpo e lo spirito. Era tua abitudine fare l'autostop perché così, nella tua disarmante semplicità, pensavi di evangelizzare chi ti caricava a bordo, desideravi l'esercizio del ministero della riconciliazione anche se il tuo carattere ti faceva pesare molto questa fatica. Avresti voluto fare senza interruzione il predicatore itinerante. Addirittura, chiedevi di poterti recare in Catalogna per aiutare i confratelli cappuccini di quelle terre. E non chiedevi niente per te, perché nella tua delicatezza d'animo avevi timore di recare fastidio ad alcuno.
Pur volendo venire incontro ai tuoi  sogni, insieme alle persone che ti volevano bene cercavo di farti mettere insieme idealità e realtà. Per questo motivo non ho creduto opportuno accordarti il permesso di recarti in Catalogna e, sempre per lo stesso motivo, avevo manifestato il desiderio di averti nel convento dove io dimoravo. Questa possibilità poi è stata resa impossibile dal terremoto dell'Aquila.
La tua forte idealità e l'epilogo della tua breve esistenza mi hanno fatto riflettere su tante cose: l'esigenza di far riemergere la nostra identità di frati,  la necessità di prendere in seria considerazione il fatto che il nostro modus vivendi è fortemente impegnativo per le persone che lo abbracciano. Mi sono anche chiesto quale sia la reale incidenza, l'efficacia e il valore dei metodi formativi rispetto alle persone che chiedono di abbracciare la nostra  vita.
È certamente forte la suggestione e il fascino del modo di vivere la radicalità evangelica come hanno fatto Francesco e Chiara d'Assisi. Ma è estremamente difficile ritrasmettere l'umanità e la carica emotiva che promanavano dalle loro persone.
Caro fratello Alessandro, evidentemente i nodi del nostro cordone non hanno stretto a sufficienza  tutti i componenti la cordata che voleva scalare la santa montagna e così la Provvidenza ha permesso che tu ti sganciassi dal gruppo.
Ora, il sentire della fede che s'ispira alla misericordia del buon Dio, ci dice che tu, accolto nel Regno della pace e dell'amore, sia il tramite che ci avvicina al cielo, lì dove risplende la bellezza del volto di Maria e l'amorevolezza del suo figlio Gesù che ha permesso, con il sacrificio della sua morte in croce, l'ingresso della nostra povera umanità in Paradiso.
Ti ha purificato l'onda battesimale; ti ha donato dignità regale il crisma della confermazione e della ordinazione presbiterale; ti sei nutrito di Cristo, Parola e Pane di vita; vivi in Cristo nella patria che tu hai raggiunto e che noi ancora pellegrini su questa terra – tua madre, tua sorella, i tuoi parenti, i tuoi confratelli – siamo chiamati un giorno a raggiungere.

Cattolica, 11.08.2009
  
fr. Domenico Del Signore
Ministro Provinciale OFMcap

Dati biografici

Nome:   Alessandro
Cognome: Zangheri
Data di nascita: 21.03.1964
Luogo di nascita: Rimini
Diocesi:   Rimini

 Vestizione:   17.09.1993
Professione temporanea: 17.09.1994
Professione perpetua: 09.09.2001
Ordinazione sacerdotale: 07.04.2002
Data di morte:   11.08.2009 
Luogo di Morte:   Arezzo
Data della sepoltura: 17.08.2009
Luogo della sepoltura: S. Giovanni in Marignano (Rimini)


Lascia pure la tua testimonianza o un ricordo su Padre Alessandro. Grazie...

3 commenti:

Nicandro Bianchi ha detto...

Profondamente commosso dalla corposa testimonianza che ho letto sul caro Fra Alessandro mi sento affettuosamente in obbligo di descrivere l'esperienza positiva che ho tratto dalla conoscenza con lui. Ho conosciuto Alessandro alla Caritas diocesana di Chieti dove abbiamo entrambi effetuato il sevizio civile. Da subito mi ha colpito la sua assoluta bontà e abnegazione per il prossimo che lo faceva contraddistinguere. Quando ci presentammo mi accorsi che rimase positivamenta colpito dalla mia provenienza, Venafro, che conosceva perfettamente perche vi ha soggiornato Padre Pio da Pietrelcina cosa che io, abitante del luiogo, non sapevo affatto .Dopo l'anno di servizio civile ci siamo frequentati nelle rispettive occasioni importanti delle nostre vite: lui è venuto al mio matrimonio io ho assistito alla sua ordinazione sacerdotale.C'è però un episodio che mi lega a Fra Alessandro ed è quando a mia moglie al secondo mese di gravidanza le fu diagnosticato una infezione alla rosolia con le tragiche conseguenze che tale malattia determina sul bambino. Ebbene in quella circostanza Alessandro, che ci rassicurò sulla perfetta salute di nostro figlio, ci convinse ad avere fede in Dio nella preghiera e di non cedere a facili conclusioni che annientano la vita.Ora posso dire che Fra alessandro aveva ragione e da quella gravidanza è nato un bellissimo bambino che è la gioia dei nostri cuori.
Lascio di seguito i miei recapiti, avrei piacere se qualcuno mi contatasse per avere notizie sugli ultimi periodi della vita terrena di Fra Alessandro.
NIcandro Bianchi
Corso Campano 87, 86079 Venafro
cell. 3386123428
francy.luigi@tiscali.it

GIAMPIERO ROSATI ha detto...

CARO PADRE ALESSANDRO COLGO QUESTA OCCASIONE PER DIRTI CHE NEL MIO CUORE SEI SEMPRE VIVO E PRESENTE,TI RICORDO SEMPRE CON TANTO AFFETTO E STIMA,TU SEI STATO UN FRATE PERFETTO,DEGNO D'INDOSSARE IL SACRO SAIO CAPPUCCINO:LA TUA UMILTA', IL TUO SGUARDO SERAFICO, LA TUA DOLCEZZA,LA TUA SINCERITA',LA TUA SEMPLICITA',LA TUA ACCOGLIENZA,IL TUO CARISMA CAPPUCCINO,LA TUA LEATA',LA TUA FEDE GRANITICA,IL TUO VOLTO SEMPRE LUMINOSO,LA TUA DISPONIBILITA' ALL'ACCOGLIENZA ,LA TUA INCESSANTE ORAZIONE,I TUOI PREZIOSI CONSIGLI,LA TUA SAGGEZZA,IL TUO SORRISO .CARO AMICO HAI LASCIATO UN SEGNO INDELEBILE NEL CUORE DI CHI TI HA CONOSCIUTO,VOGLIO TESTIMONIARE IL TUO SALUTO IL GIORNO 11 AGOSTO ALLE ORE 18,30 MENTRE TORNAVI FRA LE BRACCIA DEL NOSTRO PADRE CELESTE MI SEI APPARSO NEL MOMENTO DELLA CONSACRAZIONE NELLA CHIESA DI S.MARIA DEL POPOLO A LEONESSA,NON TI DIMENTICHERO' MAI CARO FRATELLO,PREGA GESU'E MARIA PER NOI.PACE E BENE GIAMPIERO ROSATI TERZIARIO FRANCESCANO

Anonimo ha detto...

Caro Alessandro, sei stato e sarai sempre il mio più grande amico. Siamo nati 48 anni fa ad un mese di differenza ed abbiamo vissuto la nostra infanzia e la giovinezza come vicini di casa e grandi amici. In tutti quegli anni non ti ho mai sentito chiedere nulla, hai sempre cercato di aiutare me e gli altri, con un bisogno continuo di renderti utile. Già da raggazzino avresti voluto fare il missionario per aiutare gli altri e non eri capito dalla maggior parte di noi quando ad esempio ti avevano regalato una splendida porsche e tu per vergogna non la mettevi neppure in moto, ma ti spostavi a piedi oppure in bicicletta. Quando ti ho chiesto di celebrare il mio matrimonio, ti sei voluto assicurare che sia io che la mia futura moglie avessimo capito il passo che stavamo per compiere, così dopo alcuni incontri a Cattolica ci hai portato per tre giorni ad Assisi. Hai sentito la responsabilità del nostro matrimonio se possibile ancora più di noi. Ho chiamato uno dei miei figli Francesco anche in ricordo di quei fantastici giorni. Negli ultimi anni di vita il tuo più grande pensiero era quello di far avere una serena vecchiaia a tua madre e mi sembravi felice alla fine quando eri riuscito a risolvere gli ultimi problemi legati alla sua casa.
L'ultima volta che ti ho incontrato hai forse provato per la prima volta a chiedermi aiuto, sicuramente c'era qualcosa che non andava, ma visto che ero di fretta perchè avevo i bambini che uscivano da scuola, mi dicesti che mi avresti chiamato il giorno successivo per spiegarmi. Non ti sentii più e non riesco ancora a perdonarmi questa cosa. Siamo vicini al giorno del tuo compleanno il 21 marzo, ti anticipo per questa via i miei auguri, sappi che sarai sempre nel mio cuore
gabriele
tel. 3394996189

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