Le cose importanti e le cose urgenti della vita

giovedì 10 marzo 2011


Molto spesso nel nostro vivere quotidiano ci immergiamo in pensieri, azioni e "affaticamenti" che non giovano affatto alla nostra tranquillità, al nostro vivere con la pace del cuore, ed è proprio per questo che il più delle volte siamo lontani da Dio, e ci sentiamo sconfitti perchè le nostre situazioni e i nostri problemi ci risucchiano in un vortice dal quale diventa difficile uscirne a danno e scapito di quel Dio stesso al quale riserviamo sempre più un ruolo marginale, di terzo o addirittura di quarto grado.
C'e lo ricorda bene il libro del "Qoèlet":

"Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità, tutto è vanità.
3Quale utilità ricava l'uomo da tutto l'affanno
per cui fatica sotto il sole?"

Trovo utile questa bella riflessione di Padre Raniero Cantalamessa che può suggerirci uno spunto a come poter imparare a mettere ordine nella nostra vita dando priorità alle cose essenziali. Pace a Voi.


Ci sono cose nella vita che sono importanti, ma non urgenti (nel senso che se non le fai, apparentemente non succede nulla); viceversa, ci sono cose che sono urgenti, ma non importanti. Il nostro rischio è di sacrificare sistematicamente le cose importanti per correre dietro a quelle urgenti, spesso del tutto secondarie.
Come premunirci contro questo pericolo? Lo spiego con una storia.
Un giorno, un vecchio professore fu chiamato come esperto per parlare sulla pianificazione più efficace del proprio tempo ai quadri superiori di alcune grosse compagnie nordamericane. Decise allora di tentare un esperimento. In piedi, davanti al gruppo pronto a prendere appunti, tirò fuori da sotto il tavolo un grosso vaso di vetro vuoto. Insieme prese anche una dozzina di pietre grosse quanto palle da tennis che depose delicatamente una ad una nel vaso fino a riempirlo. Quando non si potevano aggiungere più altri sassi, chiese agli allievi: "Vi sembra che il vaso sia pieno?" e tutti risposero: "Sì!". Attese qualche istante e aggiunse: "Siete sicuri?".
Si chinò di nuovo e tirò fuori da sotto il tavolo un barattolo pieno di ghiaia che versò accuratamente sopra le grosse pietre, movendo leggermente il vaso perché la ghiaia potesse infiltrarsi tra le pietre grosse fino al fondo. "È pieno questa volta il vaso?" chiese. Divenuti più prudenti, gli allievi cominciarono a capire e risposero: "Forse non ancora". "Bene!" rispose il vecchio professore. Si chinò di nuovo e tirò fuori questa volta un sacchetto di sabbia che con precauzione versò nel vaso. La sabbia riempì tutti gli spazi tra i sassi e la ghiaia. Quindi chiese di nuovo: " È pieno ora il vaso?". E tutti senza esitare risposero: "No!". "Infatti" rispose il vecchio e, come si aspettavano, prese la caraffa che era sul tavolo e ne versò l'acqua nel vaso fino all'orlo.
A questo punto egli alzò gli occhi verso l'uditorio e domandò: "Quale grande verità ci mostra questo esperimento?".
Il più audace, pensando al tema del corso (la pianificazione del tempo), rispose: "Questo dimostra che anche quando la nostra agenda è completamente piena, con un po' di buona volontà, si può sempre aggiungervi qualche impegno in più, qualche altra cosa da fare".
"No - rispose il professore - non è questo. Quello che l'esperimento dimostra è un'altra cosa: se non si mettono per prime le grosse pietre nel vaso, non si riuscirà mai a farvele entrare in seguito". Un attimo di silenzio e tutti presero coscienza dell'evidenza dell'affermazione. Quindi proseguì: "Quali sono le grosse pietre, le priorità, nella vostra vita? La salute? La famiglia? Gli amici? Difendere una causa? Realizzare qualcosa che vi sta a cuore? La cosa importante è mettere queste grosse pietre per prime nella vostra agenda. Se si dà la priorità a mille altre piccole cose (la ghiaia, la sabbia), si riempirà la vita di sciocchezze e non si troverà mai il tempo per dedicarsi alle cose veramente importanti. Dunque non dimenticate di porvi spesso la domanda: "Quali sono le grosse pietre nella mia vita?" e di metterle al primo posto nella vostra agenda". Poi con un gesto amichevole il vecchio professore salutò l'uditorio,e abbandonò la sala.
Istruttivo vero? Noi però non siamo dirigenti di azienda preoccupati solo di realizzarsi al meglio nella vita; siamo credenti che desiderano conoscere meglio il Vangelo e sapere cosa devono fare per possedere la vita eterna. Per questo alle "grosse pietre" menzionate dal professore - la salute, la famiglia, gli amici... - devo aggiungerne altre due, che sono le più grosse di tutte: i due più grandi comandamenti: amare Dio e amare il prossimo.
Veramente, amare Dio, più che un comandamento, è un privilegio, una concessione. Se un giorno lo scoprissimo, non cesseremmo di ringraziare Dio per il fatto che ci comanda di amarlo e non vorremmo far altro che coltivare questo amore. Esso è l'unico amore che non delude mai, che è in grado di soddisfare appieno il bisogno infinito d'amore che c'è nel cuore umano. L'esperienza mi ha convinto che la causa più universale di sofferenza nel mondo non è la malattia, o altre cose del genere, ma la mancanza di amore specie quando questa si manifesta nel matrimonio che ne dovrebbe essere la culla.

Sant'Agostino, dopo aver ricercato l'amore per molte strade, nelle Confessioni arriva a questa conclusione: "Tu ci hai fatto per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te!" Imparare ad amare Dio - e, con Lui il prossimo - significa aver trovato finalmente il luogo del proprio riposo, la fonte stessa della felicità.
Mettere al sicuro le due "grosse pietre" perché esse abbiano il primo posto almeno il giorno di domenica, significa essere capaci di rimandare tutto, se necessario, per dedicare del tempo a Dio e all'anima, ascoltando la parola di Dio, partecipando alla Messa. Vuol dire che, se debbo scegliere, nel pomeriggio, tra lo stadio e la visita a un ammalato o a un anziano solo, non sceglierò sistematicamente lo stadio… 

0 commenti:

Posta un commento