Cercare il silenzio ...

martedì 5 aprile 2011

Sovente siamo immersi in distrazioni, dissipazioni e rumori che ci distolgono dalla ricerca nell’ incontro con Cristo, da quell’intimità e contatto che ciascuna anima anela raggiungere unicamente per vivere di quella pace e di quella gioia che il solo Spirito  può riempirci il cuore.
Tutto ciò può avvenire unicamente attraverso la riscoperta del silenzio, quel silenzio ormai scomparso nelle nostre chiese, bandito nelle nostre celebrazioni liturgiche e poco presente nei nostri incontri.
Quello della quaresima è senza dubbio un momento favorevole per la ri-scoperta del silenzio, questo tempo in cui la nostra mente messa a tacere può favorire l’incontro nel nostro cuore con Cristo anche se il “sacro silenzio” dovrebbe essere il nostro rifugio non solo in quaresima ma durante tutto il nostro cammino quotidiano e cristiano.

Da sempre e per sempre Dio si trova e si troverà nel silenzio.
Ci può essere l’incontro nella folla, però anche nel seno di questa folla sei fondamentalmente solo e puoi ritrovarti inesorabilmente solo.
Ci può essere l’incontro nella parrocchia, ma anche qui ci sarà in un momento in cui ti apparti ed entri in te. In qualche modo ti ritrovi solo e rimani con te stesso.
Ci può essere anche la cella di un luogo di ritiro. Certo. Tutto può essere. Ma il luogo teologico dell’incontro con la Vita della tua vita non può essere altro che una solitudine accompagnata da una certa qualità di silenzio.
E così vero che una delle cause del nostro attuale sgomento, tanto da farci sembrare, noi credenti, quasi come venuti da un altro pianeta rispetto al mondo di oggi, è proprio il fatto che tutto risuona intorno a noi di un chiasso insopportabile, un chiasso da discoteca che è come una droga per stordire e arriva a far credere che si è circondati di gioia mentre sovente, malgrado gli stimoli musicali ed altro, producono un fenomeno di eccitazione che giunge solo a smuovere dall’apatia e dalla noia quotidiana. Il silenzio fa paura, la solitudine viene aborrita.
Quando apri la televisione poi, diventi un robot mangia immagine, subisci testi da fare vomitare un animale... È una vera e propria aggressione alla mente.
Sei maneggiato come un pupazzo di stracci, devi essere convinto che questo e quell’altro sono cose indispensabili per vivere, gli spettacoli più violenti sono chiamati alla riscossa per fare di te una preda, la tua umanità deve essere annichilita e incretinita in modo tale da condizionarti e orientarti come vogliono i padroni dei mass-media che, guarda a caso, sono anche i padroni del denaro e delle industrie che regnano sul mondo. E il tutto in nome della pubblicità e della libertà d’espressione.
Una cosa che doveva aiutare l’umanità a progredire la sta asservendo.
L’uomo per essere uomo ha bisogno di essere “uno”. Di conoscere la terra dove vive. Non la sua configurazione geologica e geografica, ma i suoi ritmi di vita, il suo respiro per così dire, deve sapersi orientare sul suo territorio, che gli rivela anche il sacro. Lo sappiamo tutti, anche senza riferirci a San Paolo. Il bambino tenuto per mano e accompagnato alla scoperta dei sentieri della foresta o del mare, diventa a modo suo un sapiente. Il poveretto di oggi che nasce e muore tra supermercati e cinema, per forza diventa un violento e un disperato.
Senza il mondo della terra, e il contatto con la natura, è difficile aprirsi al Sacro e senza il Sacro come si fa a riconoscere Gesù? Mi direte sto vagando lontano dal silenzio, forse, ma sto solo illustrando le condizioni base per potersi aprire al senso del divino.
Tutte le grandi cose richiedono silenzio...

L’oscuro silenzio della tomba di Cristo è il grembo della Risurrezione! Nel mezzo della notte, a Betlemme, nasce Gesù, lontano dalla città degli uomini. Nella solitudine e l’allontanamento da tutti, Gesù andava tutto solo a pregare di notte... Le guardie della tomba erano addormentate quando, trionfante, Gesù si libera delle catene della morte. Nel silenzio eterno, il Padre crea il cielo e la terra e il dispiegarsi dell’essere fa sì che si metta in moto il tempo. E noi siamo compresi in questo atto iniziale... Da un punto, che non c’era, si apre il ventaglio del creato e noi già siamo compresi in questa meraviglia che per un lasso di tempo, si dipana fino al suo ritorno nel seno primitivo per il misterioso disegno del Padre!

Cercare il silenzio……

L’esclamazione di Giobbe dopo che Dio gli apparve dice tutto: «Ecco sono ben meschino! Che ti posso rispondere? Mi metto la mano sulla bocca. Ho parlato una volta, ma non replicherò, ho parlato due volte ma non continuerò... Io parlavo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono, perciò mi ricredo e ne provo pentimento su polvere e cenere» (Giobbe 42,5).
L’uomo davanti a Dio può solo tacere se desidera incontrarLo.

«Ora i miei occhi ti vedono», ecco il mistero. Chi vede Dio ha grande difficoltà a parlare. È la vita che diventa un libro. Riportare l’uomo alla ricerca del silenzio è il grande compito di noi credenti.

Forzare se stessi ed essere capaci di rimanere in silenzio, in silenzio totale, senza canti né preghiere vocali è la cosa più bella che possiamo fare per la nostra gente!
Nelle parrocchie, nei raduni di preghiera, negli incontri, educare la gente, soprattutto i giovani, a scoprire cosa si nasconde nel silenzio prolungato... davanti a Gesù-Eucaristia!
Non avere paura e non tirarti indietro perché tutti vogliono fare, strafare, cantare, fare musica chiassosa, danzare...
Annunzialo in ogni momento, opportuno ed inopportuno e soprattutto metti in contatto la gente con il silenzio, con la solitudine e con la bellezza del mondo così com’è.
Aiutare ad entrare nel silenzio: questo è l’apostolato che persuade più delle prediche, più dei logici trattati, più delle brillanti esegesi; senza diminuire l’importanza di tutto questo, certo, ma il silenzio è l’anima della vita cristiana.

“C’è un tempo per tutto, ma il tempo riservato a Dio nello stare davanti a Lui in silenzio amoroso è il tempo in cui diventi uomo e sei ciò che devi essere.”

Fonte: stralci da Maddalena di Spello

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